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dai GIORNALI di OGGI

SANDRO CURZI

2008-11-22

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

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DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

                                         

 

 

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CORRIERE della SERA

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2008-11-22

LUTTO NEL GIORNALISMO

È morto Sandro Curzi, voce della sinistra

Aveva 78 anni. Militante del Pci, è stato lo storico direttore del Tg3. Attualmente era nel Cda della Rai

ROMA - È morto a Roma dopo una lunga malattia Sandro Curzi. Nato a Roma il 4 marzo 1930, aveva 78 anni. Alle 17 sarà allestita la camera ardente in Campidoglio. E sempre in Campidoglio si svolgeranno lunedì alle 11.30 i funerali laici.

IL PADRE DEL TG3 - Resistente partigiano a 13 anni, comunista iscritto già a 14, chiamato a 19 anni da Enrico Berlinguer a ricostruire la Federazione giovanile comunista italiana (Fgci), Curzi ha vissuto tutta la sua vita fedele, pur senza rigidità, alle idee di gioventù passando con Fausto Bertinotti a Rifondazione Comunista alla fine degli anni '90. Il suo impegno politico si è svolto all'interno dei mass media, dal primo articolo, quando era ancora adolescente, sull'Unità "clandestina" per raccontare l'assassinio di uno studente da parte di fascisti repubblichini, al ruolo di capo redattore nel mensile della Fgci Gioventù nuova, diretto da Enrico Berlinguer, fino alla vice direzione di Paese Sera, alla direzione del Tg3 e a quella di Liberazione. Curzi ottenne nel 1944, nonostante la minore età, la tessera del Pci. Tra il '47 e il '48 lavora al settimanale Pattuglia insieme a Giulio Pontecorvo e, nel '49, a la Repubblica d'Italia fino a diventare capo redattore di Gioventù nuova diretta da Enrico Berlinguer.

Curzi con Michele Santoro ai tempi di "Samarcanda" (Ansa)

Curzi con Michele Santoro ai tempi di "Samarcanda" (Ansa)

Inviato nel '51 nel Polesine per raccontare le conseguenze dell'alluvione, vi rimane come segretario della Fgci. Nel '56 fonda Nuova generazione e nel '59 passa all'Unità, organo del Pci per il quale l'anno successivo viene inviato in Algeria per seguire la fasi dell'indipendenza. Lì intervista il capo del Fronte di Liberazione Ben Bellah. Dopo essere stato direttore dell'Unità, nel 1964 diventa responsabile stampa e propaganda della direzione del Pci. Negli anni '60 collabora fra l'altro alla crescita della radio Oggi in Italia che trasmetteva da Praga ed era seguita in molte parti d'Europa da emigranti italiani. La stagione più calda, quella del '68 e poi dell'autunno del '69, della strage di Piazza Fontana e dei fatti che seguirono nei primi anni '70, Curzi la seguì da vice direttore di Paese Sera.

NEGLI ANNI SETTANTA L'IMPEGNO CON LA TV - Dalla metà degli anni '70 arriva l'impegno con la televisione: entra infatti in Rai nel 1975 con un bando di concorso indetto per l'assunzione di giornalisti di "chiara fama" disposti a lavorare come redattori ordinari e comincia dal Gr1 diretto da Sergio Zavoli. Nel '76, con Biagio Agnes e Alberto La Volpe, dà vita alla terza rete televisiva della Rai mentre nel 1978 è condirettore del Tg3 diretto da Biagio Agnes. In questa veste "scopre" Michele Santoro e collabora alla realizzazione del programma Samarcanda.

TG3, IMPRONTA INCONFONDIBILE - Diventa direttore del Tg3 nel 1987 dando al telegiornale una impronta inconfondibile, veloce e aggressiva che dà voce alle istanze della sinistra italiana interpretando gli umori di una crescente insofferenza verso la cosiddetta prima Repubblica. Soprannominato per questo, dagli avversari politici, "Telekabul" (dalla capitale dell'Afghanistan occupata dall'Urss negli anni '70), il Tg3 cresce in spettatori (da poco più di 300 mila ai 3 milioni del '91) e autorevolezza.

COMUNISTA E ANTIFASCISTA CONVINTO - Nel '92 pubblica con Corradino Mineo il libro "Giù le mani dalla Tv" (Sperling e Kupfer) e nel '93, in contrasto con il nuovo consiglio d'amministrazione della cosiddetta Rai dei professori (direttore generale Gianni Locatelli e presidente Claudio Demattè), si dimette. Passa prima a dirigere il Tg dell'allora Tele Montecarlo e poi, dal 1998 al 2005, dirige Liberazione.

Sandro Curzi con la moglie Bruna Bellonzi (Guaitoli)

Sandro Curzi con la moglie Bruna Bellonzi (Guaitoli)

Dal 2005, eletto con i voti di Rifondazione, dei Verdi e della sinistra del Pds, era consigliere d'amministrazione della Rai di cui per tre mesi è stato anche presidente in qualità di consigliere anziano, prima di lasciare il posto a Claudio Petruccioli. Comunista e antifascista convinto, politico abile, Curzi si è spesso distinto per posizioni non banali e non sempre in linea con i diktat di partito: basti pensare alle aperture, allora non scontate, del suo Tg3 alle posizioni di Papa Giovanni Paolo II o, più di recente in Rai, all'astensione sulla proposta di licenziamento del direttore di Rai fiction, Agostino Saccà. Tra le sue esperienze va ricordata nel '94 la pubblicazione del libro "Il compagno scomodo" (Mondadori) e nel '95 una curiosa partecipazione al Festival di Sanremo dove canta nel gruppo "La riserva indiana" col nome, palesemente autoironico per chi era stato soprannominato Kojak, di grande capo Vento nei Capelli, eseguendo la canzone "Troppo sole". Era sposato dal 1954 con Bruna Bellonzi, anch'essa giornalista. Era padre di Candida Curzi, giornalista dell'Ansa.

 

22 novembre 2008

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2008-11-22

Aveva 78 anni, ed era malato da tempo. Militante del Partito Comunista

e poi di Rifondazione Comunista, è stato caporedattore dell'Unità e ha diretto Liberazione

E' morto Sandro Curzi

storico direttore del TG3

Napolitano ne ricorda "la schietta passione politica", ma anche

"l'autonomia di giudizio" e "il senso delle istituzioni"

E' morto Sandro Curzi storico direttore del TG3

Sandro Curzi

ROMA - E' morto questa mattina a Roma dopo una lunga malattia Sandro Curzi. Aveva 78 anni, essendo nato a Roma il 4 marzo 1930. Militante del Partito comunista, poi di Rifondazione comunista con Fausto Bertinotti, Curzi è stato storico direttore del Tg3 alla fine degli anni '80, poi direttore del quotidiano di Rifondazione Comunista "Liberazione". Attualmente era consigliere d'amministrazione della Rai.

Resistente a 13 anni, comunista iscritto già a 14, chiamato a 19 anni da Enrico Berlinguer a ricostruire la Federazione giovanile comunista italiana (Fgci), Alessandro Curzi ha vissuto tutta la sua vita fedele, pur senza rigidità, alle idee di gioventù passando con Fausto Bertinotti a Rifondazione Comunista alla fine degli anni '90.

Il suo impegno politico si è svolto all'interno dei mass media, dal primo articolo, quando era ancora adolescente, sull'Unità "clandestina" per raccontare l'assassinio di uno studente da parte di fascisti repubblichini, al ruolo di capo redattore nel mensile della Fgci 'Gioventù nuova', diretto da Enrico Berlinguer, fino alla vice direzione di Paese Sera, alla direzione del Tg3 e a quella di Liberazione.

Inviato nel '51 nel Polesine per raccontare le conseguenze dell'alluvione, vi rimane come segretario della Fgci. Nel '56 fonda 'Nuova generazione' e nel '59 passa all'Unità, organo del Pci per il quale l'anno successivo viene inviato in Algeria per seguire la guerra di indipendenza. Lì intervista il capo del Fronte di Liberazione Ben Bellah.

Dopo essere stato caporedattore dell'Unità, nel 1964 diventa responsabile stampa e propaganda della direzione del Pci. Negli anni '60 collabora fra l'altro alla crescita della radio 'Oggi in Italia' che trasmetteva da Praga ed era seguita in molte parti d'Europa da emigranti italiani. La stagione più calda, quella del '68 e poi dell'autunno del '69, della strage di Piazza Fontana e dei fatti che seguirono nei primi anni '70, Curzi la seguì da vice direttore di Paese Sera.

Dalla metà degli anni '70 arriva l'impegno con la televisione: entra infatti in Rai nel 1975 con un bando di concorso indetto per l'assunzione di giornalisti di 'chiara fama' disposti a lavorare come redattori ordinari e comincia dal Gr1 diretto da Sergio Zavoli.

Nel '76, con Biagio Agnes e Alberto La Volpe, dà vita alla terza rete televisiva della Rai mentre nel 1978 è condirettore del Tg3 diretto da Biagio Agnes. In questa veste 'scopre' Michele Santoro e collabora alla realizzazione del programma 'Samarcanda'.

Diventa direttore del Tg3 nel 1987 dando a quel telegiornale una impronta inconfondibile, veloce e aggressiva che dà voce alle istanze della sinistra italiana interpretando gli umori di una crescente insofferenza verso la cosiddetta prima Repubblica.

Soprannominato per questo, dagli avversari politici, 'Telekabul' (dalla capitale dell'Afghanistan occupata dall'Urss negli anni '70), il Tg3 cresce in spettatori (da poco più di 300 mila ai 3 milioni del '91) e autorevolezza.

Nel '92 Curzi pubblica con Corradino Mineo il libro 'Giù le mani dalla Tv' (Sperling e Kupfer) e nel '93, in contrasto con il nuovo consiglio d'amministrazione della cosiddetta Rai dei professori (direttore generale Gianni Locatelli e presidente Claudio Demattè), si dimette.

Passa prima a dirigere il Tg dell'allora Tele Montecarlo e poi, dal 1998 al 2005, dirige Liberazione. Dal 2005, eletto con i voti di Rifondazione, dei Verdi e della sinistra del Pds, diventa consigliere d'amministrazione della Rai di cui per tre mesi è stato anche presidente in qualità di consigliere anziano, prima di lasciare il posto a Claudio Petruccioli.

Tra le sue esperienze va ricordata nel '94 la pubblicazione del libro 'Il compagno scomodo' (Mondadori) e nel '95 una curiosa partecipazione al Festival di Sanremo dove canta nel gruppo 'La riserva indiana' col nome, palesemente autoironico per chi era stato soprannominato Kojak, di grande capo Vento nei Capelli, eseguendo la canzone 'Troppo sole'.

(22 novembre 2008)

 

 

 

 

 

L'UNITA'

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2008-11-22

Lutto nel giornalismo, se n'è andato Sandro Curzi

È morto questa mattina a Roma dopo una lunga malattia Sandro Curzi. Aveva 78 anni, essendo nato a Roma il 4 marzo 1930.

Militante del Partito Comunista, poi Rifondazione Comunista con Fausto Bertinotti, Curzi è stato storico direttore del Tg3 alla fine degli anni '80, poi direttore del quotidiano di Rifondazione Comunista "Liberazione". Attualmente era consigliere d'amministrazione della Rai.

Alessandro Curzi detto Sandro era dal 2005 consigliere di amministrazione della Rai, di cui per tre mesi - in attesa della nomina del presidente da parte della Commissione di Vigilianza - è stato anche presidente, in quanto consigliere anziano. Curzi aveva diretto dal 1987 al 1993 il Tg3.

"La notizia della scomparsa di Sandro Curzi mi colpisce e addolora", ha dichiarato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Curzi, aggiunge, "è stato uomo di schietta passione politica e di sempre viva non comune cordialità umana. Le aspre polemiche che lo coinvolsero nel periodo della sua massima responsabilità giornalistica non lo indussero mai ad astiose chiusure né ad alcuna attenuazione della sua autonomia di giudizio e del suo senso delle istituzioni. Tanto meno ne fu scalfito il suo profondo attaccamento al servizio televisivo pubblico com'è testimoniato dal suo impegno negli ultimi tempi".

"Con la scomparsa di Sandro Curzi l'Italia perde un maestro di giornalismo, una voce critica, lucida, coerente": lo dice il direttore generale della Rai, Claudio Cappon. "La Rai perde uno dei suoi protagonisti - continua Cappon -, un professionista che ha contribuito a fare la storia dell'Azienda che se oggi è ancora un punto di riferimento per gli italiani lo deve anche a lui".

22 Nov 2008

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2008-11-22

Morto Sandro Curzi, storico direttore del Tg3 "d'assalto"

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23 novembre 2008

VIDEO / La notizia su SkyTg 24

E' morto questa mattina a Roma Sandro Curzi. Aveva 78 anni. Attualmente era consigliere d'amministrazione della Rai, carica che ricopriva dal 2005. Dal 1987 al 1993 era stato direttore del Tg3. Dal 1998 al 2005 è stato direttore di Liberazione.

Resistente a 13 anni, comunista iscritto già a 14, chiamato a 19 anni da Enrico Berlinguer a ricostruire la Federazione giovanile comunista italiana (Fgci), Alessandro Curzi ha vissuto tutta la sua vita fedele, pur senza rigidità, alle idee di gioventù passando con Fausto Bertinotti a Rifondazione Comunista alla fine degli anni '90.

Il suo impegno politico si è svolto all'interno dei mass media, dal primo articolo, quando era ancora adolescente, sull'Unità "clandestina" per raccontare l'assassinio di uno studente da parte di fascisti repubblichini, al ruolo di capo redattore nel mensile della Fgci "Gioventù nuova", diretto da Enrico Berlinguer, fino alla vice direzione di Paese Sera, alla direzione del Tg3 e a quella di Liberazione.

Curzi ottenne nel 1944, nonostante la minore età, la tessera del Pci. Tra il '47 e il '48 lavora al settimanale "Pattuglia" insieme a Giulio Pontecorvo e, nel '49, a la "Repubblica d'Italia" fino a diventare capo redattore di "Gioventù nuova", diretta da Enrico Berlinguer.

Inviato nel '51 nel Polesine per raccontare le conseguenze dell'alluvione, vi rimane come segretario della Fgci. Nel '56 fonda "Nuova generazione" e nel '59 passa all'Unità, organo del Pci per il quale l'anno successivo viene inviato in Algeria per seguire la fasi dell'indipendenza. Lì intervista il capo del Fronte di Liberazione Ben Bellah.

Dopo essere stato direttore dell'Unità, nel 1964 diventa responsabile stampa e propaganda della direzione del Pci. Negli anni '60 collabora fra l'altro alla crescita della radio "Oggi in Italia" che trasmetteva da Praga ed era seguita in molte parti d'Europa da emigranti italiani.

La stagione più calda, quella del '68 e poi dell'autunno del '69, della strage di Piazza Fontana e dei fatti che seguirono nei primi anni '70, Curzi la seguì da vice direttore di "Paese Sera".

Dalla metà degli anni '70 arriva l'impegno con la televisione: entra infatti in Rai nel 1975 con un bando di concorso indetto per l'assunzione di giornalisti di chiara fama disposti a lavorare come redattori ordinari e comincia dal Gr1 diretto da Sergio Zavoli.

Nel '76, con Biagio Agnes e Alberto La Volpe, dà vita alla terza rete televisiva della Rai mentre nel 1978 è condirettore del Tg3 diretto da Biagio Agnes. In questa veste "scopre" Michele Santoro e collabora alla realizzazione del programma "Samarcanda".

Diventa direttore del Tg3 nel 1987 dando a quel telegiornale una impronta inconfondibile, veloce e aggressiva che dà voce alle istanze della sinistra italiana interpretando gli umori di una crescente insofferenza verso la cosiddetta prima Repubblica.

Soprannominato per questo, dagli avversari politici, "Telekabul" (dalla capitale dell'Afghanistan occupata dall'Urss negli anni '70), il Tg3 cresce in spettatori (da poco più di 300 mila ai 3 milioni del '91) e autorevolezza. Nel '92 pubblica con Corradino Mineo il libro "Giù le mani dalla Tv" (Sperling e Kupfer) e nel '93, in contrasto con il nuovo consiglio d'amministrazione della cosiddetta Rai dei professori (direttore generale Gianni Locatelli e presidente Claudio Demattè), si dimette.

Passa prima a dirigere il Tg dell'allora Tele Montecarlo e poi, dal 1998 al 2005, dirige Liberazione. Dal 2005, eletto con i voti di Rifondazione, dei Verdi e della sinistra del Pds, era consigliere d'amministrazione della Rai di cui per tre mesi è stato anche presidente in qualità di consigliere anziano, prima di lasciare il posto a Claudio Petruccioli.

Comunista e antifascista convinto, politico abile, Curzi si è spesso distinto per posizioni non banali e non sempre in linea con i diktat di partito: basti pensare alle aperture, allora non scontate, del suo Tg3 alle posizioni di Papa Giovanni Paolo II o, più di recente in Rai, all'astensione sulla proposta di licenziamento del direttore di Rai fiction, Agostino Saccà.

 

 

 

 

 

 

 

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http://www.panorama.it/

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http://www.sanpaolo.org/fc/default.htm

 

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